Clases particulares: la enseñanza del italiano con un método estudiado a tu medida
domenica 31 agosto 2014
sabato 30 agosto 2014
STEREOTIPI SUGLI ITALIANI - COSA DICONO DI NOI GLI STRANIERI (2)
Ecco altri risultati della precedente inchiesta, ma suddivisi per città/nazioni straniere:
1- Berlino:
Se il tedesco visto dagli
italiani ha calzoni corti color kaki, calzettoni di spugna bianchi a metà
polpaccio e sandali, l’italiano visto dai tedeschi ha occhiali da sole extra
large, uno o due telefonini in mano e una mise sempre impeccabile.
Sì, perché l’italiano deve sempre
fare “bella figura”.
Siamo derisi, in particolare, per
lo “stile Corso”, dal solito Corso Vittorio Emanuele (in ogni città ce n’è
uno): l’abbigliamento studiato appositamente per passeggiare in centro. E anche
per lo stile autunnale, da sfoggiare già a settembre, non importa quanti gradi
ci siano.
2- Istanbul:
Le donne turche adorano il
maschio italiano perché “sa fare l’amore con gli occhi”: una specie da
proteggere.
Così, quando arrivano in Italia,
si innamorano già dall’aeroporto: poliziotti, autisti, spazzini…
L’uomo turco invece la pensa un
po’ diversamente: per lui il maschio italiano è troppo curato. Lo definisce
“uomo di velluto”, uno che passa davanti allo specchio più tempo di Paris
Hilton.
E pensa anche che sia
appiccicoso: uno che corteggia tutte le donne che respirano ma che alla fine
ama solo la mamma.
Insomma, dietro gli occhiali da
sole (firmati) il nulla.
3- San Francisco:
Goombah. Sa di macumba ma è l’americanizzazione di “cumpà”, così ci chiamano
nella West Coast, dove pensano che gli italiani siano tutti “Sopranos, Gold
Chain Wearing and Mama Boys”, ovvero mafiosi, ingioiellati e mammoni.
Quando si incontra un americano
spiritoso, scatta la barzelletta: - Sai cosa succede ad un italiano se
gli leghi le mani? Diventa muto. -
Ma ci riconoscono ancora il
Belpaese: - Sono stato a Venezia e mi è piaciuta molto, così tanto che ho
voluto visitare anche quella di Las Vegas. Più piccola, certo, ma moooolto più
pulita. -
4- Melbourne:
Abituati ai grandi spazi, gli
australiani guardano con terrore allo stile di guida nevrotico-convulso degli
italiani.Quando un australiano dice di voler visitare l’Italia prendendo un
auto a noleggio viene guardato come se stesse andando in vacanza a Baghdad.
- I guidatori italiani sono
pazzi, non tornerete mai indietro vivi!!! -, è il commento più pacato.
C’è però chi controbatte dicendo
che "il caos del traffico in Italia è molto più ordinato di quanto
appaia e i guidatori italiani sono sempre pronti agli imprevisti, e questo li
rende formidabili".
Gli australiani si stupiscono
anche per l’eccessiva magrezza delle donne italiane.
5- Bangkok:
Belli e romantici, ok.
E noti per la qualità della loro
pelle. Per i thailandesi siamo anche questo.
Quando cercano di indovinare
l’età degli italiani vanno in confusione: ai loro occhi sembriamo più giovani
degli altri.
Un vantaggio sfruttato da molti
connazionali fra Bangkok e Pattaya.
Casanova, sì, ma anche un po’ allocchi: si innamorano davvero della ragazza “conquistata”, e tornano per rivederla. Senza realizzare di essere solo uno dei tanti.
Casanova, sì, ma anche un po’ allocchi: si innamorano davvero della ragazza “conquistata”, e tornano per rivederla. Senza realizzare di essere solo uno dei tanti.
6- Mosca:
Italiano? Berlusconi.
Quando un russo scopre che vieni
dal Belpaese l’associazione con il sorriso del nostro expremier è automatica.
Poi vengono la buona tavola e il
saper vivere.
A Mosca gli italiani godono di un
pregiudizio di favore crescente, mentre sono in ribasso i luoghi comuni come
“mafia & maccheroni”, o il caro vecchio “pizza, pasta e mandolino”.
Ma se un russo trova un italiano
che non gesticola ci rimane male e chiede: - Sicuro di essere di
Roma? -.
7- Barcellona:
Siesta, corrida, sombrero,
tequila… parole che all’italiano medio evocano la Spagna. A Barcellona, infatti, il
turista nostrano fa sorridere (e ridere), essendo l’unico che si aggira fiero e
rumoroso per le Ramblas con enormi sombreros messicani sulla testa, convinti di
indossare un autentico copricapo spagnolo. Purtroppo sembra che non si tratti
di una svista, ma di una convinzione radicata…
8- New York:
Se ti chiami Guido, cambia nome
appena arrivi a New York. È così infatti che qui chiamano il tipico
italo-americano che gesticola, parla a voce alta, porta collane d’oro, usa
troppo gel e si comporta come un latin lover.
Eppure le americane trovano
l’uomo italiano irresistibile: attraente, sexy, arrogante al punto giusto,
elegante, amante della vita, generoso.
E con un altra grande qualità:
non spiccica una parola d’inglese.
domenica 24 agosto 2014
sabato 23 agosto 2014
STEREOTIPI SUGLI ITALIANI - COSA DICONO DI NOI GLI STRANIERI (1)
UNA RECENTE INCHIESTA HA PORTATO
ALLA LUCE CIÒ CHE DI NOI ITALIANI PENSANO GLI STRANIERI. ECCO I PRINCIPALI
RISULTATI:
Gli italiani e il loro
fascino:
Ci vogliono
belli, alti, con capelli scuri e occhi chiari, tutti con il naso grande e la
pelle olivastra.
Simpatici e
giocherelloni, aperti e vivaci. Non esistono italiani tristi.
Ci riteniamo
i migliori amanti del mondo, mentre loro ci ritengono dei Don Giovanni
impenitenti incapaci di condurre un qualsiasi tipo di relazione seria.
Siamo
donnaioli, romantici e melensi tanto da provocare il diabete.
Bugiardi e
pronti a tutto con le donne, pur di arrivare all’obiettivo prefissato.
Gli italiani e la moda:
Non esiste
italiano che non usi occhiali da sole di marca. Al chiuso, la notte, con la
pioggia, l’italiano ha sempre gli occhiali da sole.
Indossiamo
sempre un abbigliamento fantasioso ma elegante e alla moda; il pantalone bianco
ci caratterizza moltissimo.
Le donne
italiane sono sensuali e leggono solo Vogue e Vanity Fair.
Tutte le
donne sono magre e belle fino a che non si sposano, o comunque non superano i
25 anni.
Gli italiani e la famiglia:
Tutti gli
uomini italiani vogliono sposare le loro madri, e quando sono giovani si fanno
crescere i baffi in modo che possano essere come loro. Se ne deduce quindi che
gli uomini italiani hanno una malsana ossessione con le loro madri. Ma siamo
anche molto uniti con la famiglia, e tutti abbiamo famiglie enormi che vanno
d’amore e d'accordo. Tutti i fratelli e i padri sono estremamente protettivi
nei confronti delle ragazze.
Gli italiani
sono molto religiosi, tutti i cristiani che vanno in chiesa ogni sabato e
domenica.
Siamo più o
meno tutti mafiosi. È indifferente se si viene da Bolzano o dal profondo sud,
si è comunque legati alla mafia.
Gli italiani e la cucina:
In Italia si
mangia meglio che in qualunque altra parte del mondo. Sappiamo cucinare bene, e
forziamo chi ci fa visita a mangiare più di noi.
Regolarmente
mangiamo spaghetti a pranzo e pizza per cena. La pasta è considerata una
vitamina essenziale in Italia.
Abbiamo i
famosi "spaghetti meatballs" in Italia, spaghetti al sugo e polpette
di carne mischiati nello stesso piatto.
C'è una
cultura del caffè sorprendente, esemplificata da Starbucks, Caffe Nero, e cosi
via.
Gli italiani e il senso civico:
Non
rispettiamo la legge, perdiamo la pazienza facilmente, e fumiamo troppo.
I negozianti
sono impazienti e anche scortesi. Abbiamo troppa burocrazia.
Guidiamo
male e in modo folle. Non facciamo attraversare i pedoni.
Le
autostrade sono percorse solo da Lamborghini, Ferrari e Maserati che sfrecciano
a 300 km/h, ma i Carabinieri hanno delle belle divise.
Gli italiani in vacanza all’estero:
Non
conosciamo l’inglese, ma a differenza degli altri in un modo o nell’altro
riusciamo SEMPRE a farci capire; inoltre conosciamo solo i modi più stupidi per
fare i complimenti alle ragazze straniere.
Quando
andiamo in vacanza solitamente ci portiamo al seguito tutta la famiglia,
parenti o amici che siano. Siamo cosi rumorosi che urliamo anche nei musei.
Gli italiani in Italia:
“Sai cosa
succede ad un italiano se gli leghi le mani? Diventa muto.”; praticamente
parliamo con i gesti.
La lingua
italiana è facile, basta finire tutte le parole con qualche vocale.
Tutti gli
italiani vanno girando in gondola a cantare “O Sole Mio”.
Il nostro
accento, tutto uguale, è teso a stressare ogni singola sillaba.
Se non sai
intonare prontamente “L’italiano” di Toto Cotugno, vieni guardato in malo modo.
Probabilmente credono sia il nostro inno nazionale.
Gli italiani ed il lavoro:
Scansafatiche,
sempre pronti a evitare qualunque tipo di lavoro che implichi sforzo fisico.
Parliamo il
"Broken English", facciamo abbondante uso di telefoni cellulari
(almeno due a persona), ma non sappiamo usare internet.
Non usiamo
mezzi di trasporto pubblico, perché semplicemente non funzionano, ma in città
guidiamo esilaranti piccole auto.
Andiamo
sempre in giro con la borsa piena di contanti perché non sappiamo cosa siano le
banche, e siamo sempre in ritardo (e se siamo in anticipo troviamo il modo di
essere in ritardo comunque).
Ci vogliono
talmente stupidi che se si vuole trovare un QI superiore a 100 in Italia,
devono avere almeno 3 italiani assieme nella stessa stanza.
Se vi
dovesse capitare una situazione in cui i vostri colleghi fanno sfoggio di tutti
questi luoghi comuni, voi potreste aggiungere:
La maggior
parte degli uomini italiani sono idraulici, e trascorrono la giornata di lavoro
saltando sulle tartarughe, mangiando funghi, e salvando principesse!
domenica 17 agosto 2014
domenica 10 agosto 2014
sabato 9 agosto 2014
MODI DI DIRE
Andare in brodo di giuggiole. Uscire
di sé dalla contentezza. Gongolare di gioia, essere lusingato. In riferimento
al contenuto zuccherino delle giuggiole, frutto commestibile, il proverbio
viene usato per indicare chi prova, per merito proprio o di altri, la dolcezza
di un forte godimento.
Aspettare la manna del cielo. Si dice
di chi resta inerte, inoperoso, aspettando la buona fortuna o che altri facciano
per lui o gli appianino le difficoltà.
Brillare per la propria assenza. Farsi
notare vistosamente per la propria assenza in un luogo o a una manifestazione
dove si era attesi.
Cadere
in piedi.
Uscire indenni, o quasi, da una situazione precaria, con inaspettata fortuna.
Cospargersi
il capo di cenere. Fare
ammenda delle proprie colpe.
Entrarci, starci come il cavolo a merenda. Essere
una cosa inopportuna, fuori luogo. Si dice in riferimento a cosa assolutamente
estranea a un discorso, a una situazione.
Essere in bolletta. Essere
rimasto senza soldi, trovarsi in una difficile situazione economica.
Fare
il bello e il cattivo tempo. Avere potere su un gruppo o su una situazione.
Menare
il can per l'aia.
Portare le cose per le lunghe, indugiare in modo da non concludere nulla o
lasciare le cose come stanno. Rimandare
continuamente una conclusione o una decisione.
Prendersi una sbornia. Avere una grossa ubriacatura, sbronza.
Prendersi una sbornia. Avere una grossa ubriacatura, sbronza.
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