lunedì 8 luglio 2013

REPORT SULL'APPRENDIMENTO (6)


Se si pensa in questi termini, inoltre, ci si angoscia meno per il risultato, per la meta distante da dover raggiungere, e si pensa al presente, si gusta il viaggio (enjoy the ride) come se… "ogni sera si morisse all’addormentarsi, e si resuscitasse al risveglio", con la notevole differenza che ci si ricorderà dei passi fatti il giorno precedente, godendoci quindi il presente, ma camminando verso un miglioramento che si dimostrerà costante e progressivo, e perché ci impegneremo (senza faticare) ogni giorno, e perché diventerà un’abitudine che, peraltro, darà senso alle nostre giornate. Un senso in più, ovvio. È un piccolo impegno, ripetuto ogni giorno, e magari reso divertente. Ma anche se non lo fosse, di certo saremo disposti a fare qualcosa di non esaltante per 10 o 20 minuti – la nostra attenzione sarà comunque vigile, la noia non ci vincerà – alla volta, che non per tre ore di fila. E il tutto sarà molto più produttivo, anche perché costituisce un lavoro su noi stessi. È un po’ come tirare al biliardo: basta produrre una piccola modifica al nostro comportamento, per cambiare completamente la traiettoria. Basta deviare un poco l’angolo con cui la stecca colpisce la palla, e quest’ultima assumerà una direzione diversa. Dapprima il cambiamento sarà poco evidente, poi sempre maggiore, più drastico: rivoluzionario.
Senza credere troppo a certi proclami, ma seguendone il concetto di fondo, v’è chi afferma che il semplice studio di una materia specifica, o un argomento preciso per dieci minuti al giorno porta ad essere un esperto di quel soggetto nel giro di un anno o due. Anche se ciò non fosse, il metodo è notevole perché, in ogni caso

“E’ meglio accendere una candela piuttosto che maledire il buio.” (Carl Sagan)

 
“Mantieni i tuoi pensieri positivi perché i tuoi pensieri diventano parole.
Mantieni le tue parole positive perché le tue parole diventano i tuoi comportamenti.
Mantieni i tuoi comportamenti positivi perché i tuoi comportamenti diventano le tue abitudini.
Mantieni le tue abitudini positive perché le tue abitudini diventano i tuoi valori.
Mantieni i tuoi valori positivi perché i tuoi valori diventano il tuo destino.”
(Mahatma Gandhi)

In versione comica, è interessante vedere questo video (basta il primo minuto) per farsi un'idea pratica di Kaizen. Qui Hugh Grant in "About a boy" – che interpreta un "ereditiero" che non ha bisogno di lavorare e deve spendere in qualche modo il tempo – spiega come riesca a smorzare l'iniziale paura delle 24 ore da spendere, considerandole in termini di unità individuali. Ogni unità, è una mezz'ora. Ogni mezz'ora, può essere spesa per un'attività diversa. In questo caso non ci si "blocca" davanti ad un tempo (o un impegno) troppo lungo: ma lo si spezzetta in più fasi, in più unità appunto, per renderlo più digeribile, più produttivo.
In fondo, anche qui, è abbastanza ovvio: se si pensa ad un progetto lungo e complesso (come appunto imparare una lingua straniera) è facile demotivarsi, e alla fine neanche iniziare. E iniziare è davvero metà dell'opera: i pensieri che precedono ogni inizio sono di solito più estesi, immensi e pericolosi dell'attività stessa che si vuole iniziare: ci bloccano perché cominciamo a dubitare di noi, delle nostre capacità e delle nostre possibilità. Ma una volta che iniziamo, almeno quella piccola azione (che però è parte dell'azione, o del progetto più grande) smette di essere un problema. Anzi, diviene un'opportunità, ed il cervello in effetti vuole portarla avanti, e concluderla. Perché non è più sospeso nei problemi mentali – seghe mentali – che ti poni: ha una via su cui agire. Una pratica da attuare, e lo farà.
Se ci si concentra di più sulla singola azione da svolgere, è più facile partire. Non che ci si dimentichi dello scopo finale, ma ci si preoccupa più di ogni passo. Sono i passi a portarci lontano. Restare a guardare la meta, e farci spaventare dalla distanza da colmare, no. Insomma, come detto dall'inizio del Report, bisogna seguire più la volontà del cervello: lui ama divertirsi, prendere le cose a bocconi, e non farsi urtare da troppe cose insieme o qualcosa di troppo grande. Tirare in ballo qui Heidegger è forse un po' troppo (ma visto che per molti altri aspetti mi sta sulle scatole, qui almeno posso usare il poco per me salvabile), ma mi vien da pensare alla sua differenza tra progetto autentico e progetto non autentico.
Mentre il secondo consta in qualcosa di imposto (per esempio prendere il diploma in quanto tutti lo prendono) dalla società o da chicchesia, ma ad ogni modo di non deciso liberamente, il primo è scelto autonomamente. Da questa prima suddivisione ne discendono altre conseguenti: il progetto autentico, in quanto scelto liberamente, si carica di un senso e uno scopo proprio: ogni piccola azione prende il suo senso dal progetto “finale” che ci si prospetta. Per esempio, il ragazzo che vuole diventare medico, non prende il diploma perché costretto, o perché “ormai lo devi avere per forza”, ma per scelta. Ed in questo suo progetto, il diploma è un passo sensato e motivato per il suo scopo. Ma se ci si pensa, anche una singola sessione di un'ora di studio (magari neppure di medicina) rientra in quello scopo finale che si è prefissato. Il progetto diviene una cornice capace di illuminare ogni singola azione che vi rientra. In un progetto inautentico (imposto, non meditato, non scelto) invece, un'azione singola è semplicemente tale. Non viene illuminata da un altro senso, e per questo diviene sempre meno interessante, meno sopportabile.
In questo il Kaizen aiuta: ci mostra sì il progetto, ma ci permette di rendere praticabile e sereno il sentiero per compierlo.
 


Enjoy the ride!!!






Fonti bibliografiche e non

 
Libri:
• Daniel Tammet, Embracing the Wide Sky, Hodder, 2009.
• Giordano Bruno, L'arte della memoria: l'ombra delle idee, Mimesis, 1996.
• Nietzsche, Sull'utilità e il danno della Storia per la vita.
• Joshua Foer, Moonwalking with Einstein, Penguin Press HC, 2011.
• Jonathan Safran Foer, Ogni cosa è illuminata, Guanda, 2002.
• Jorge Luis Borges, Funes o della memoria, in "Finzioni".
• Sigmund Freud, L'interpretazione dei sogni, prima ed., collana Gli archi, traduzione di Elvio Fachinelli, Herma Trettl, Bollati Boringhieri, 1985
• The Way of The Linguist: A Language Learning Odyssey: http://www.thelinguist.com/en/en/book/


Siti:
• Daniel Tammet - http://www.danieltammet.net/
• Gelasio (corso di inglese per Youtube): http://www.adamoli.org/gelasio67/
• Livemocha: http://www.busuu.com/it
• Steve Kaufmann Blog: http://blog.thelinguist.com/
• Stephen Krashen http://www.sdkrashen.com/


Youtubers:
• Moses "Laoshu" Mccormick: http://www.youtube.com/user/laoshu505000
• Benny The Irish Polyglot: http://www.youtube.com/user/irishpolyglot


Conferenze 2011:
• Conferenza Dr. Stephen Krashen Plenary KOTESOL International
• Prof Alexander Arguelles: http://www.youtube.com/user/ProfASAr






 

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